Il sistema sanitario nazionale – a copertura universale – è un valore da difendere

Gennaio 17, 2025

Secondo Orizzonti Liberali, la possibilità di poter contare su servizi sanitari adeguati, a prescindere dalle proprie condizioni economiche, è un elemento irrinunciabile del contratto sociale degli italiani

 

e rappresenta un punto di forza per il Paese. Esso contribuisce in modo significativo alla serenità delle famiglie e dei lavoratori e conferisce maggiore capacità di lavoro ai cittadini.

Il nostro sistema sanitario nazionale oggi non è in grado di assolvere ai suoi compiti.
Un valido sistema sanitario deve presentare 3 caratteristiche:

  • EFFICACIA
  • EQUITÀ DI ACCESSO
  • SOSTENIBILITÀ

Il nostro SSN NON È EFFICACE
Infatti molti cittadini sono costretti a rivolgersi ad operatori privati, se possono pagare di tasca propria, oppure rinunciano alle cure.

Il nostro SSN NON GARANTISCE EQUITÀ DI ACCESSO
Infatti migliaia di cittadini devono emigrare in altre regioni per ottenere prestazioni sanitarie che dovrebbero essere garantite in tutto il Paese.

Il nostro SSN NON È SOSTENIBILE
Infatti continua a produrre perdite, che devono essere ripianate, senza essere in grado di assolvere degnamente alla propria missione.

A fronte di questo disastro, la destra sovranista e la sinistra populista non hanno idee, non hanno progetti, proposte di soluzione. Come due tifoserie si limitano a scambi di accuse tra chi “ci ha messo più soldi di sempre” e chi “ce ne avrebbe voluti mettere ancora di più”, ma nessuno si chiede perché la macchina del servizio sanitario non funziona, e se i soldi dei contribuenti italiani debbano essere spesi meglio.

Mai, come negli ultimi anni, il nostro SSN ha subito una così grave crisi di fiducia da parte dei cittadini!

A questo punto, è ancora possibile salvare il nostro sistema sanitario nazionale?
Secondo noi di Orizzonti Liberali è ancora possibile, a tre condizioni:

  1. Che si metta in campo una capacità gestionale decisamente più elevata, ai diversi livelli: ministero, assessori, direzioni aziendali. Oggi l’appartenenza politica prevale sulle competenze gestionali.
  2. Che si introducano diversi correttivi all’attuale modello di sistema sanitario, nato dal D.Lgs. 502 del 1992, alla luce delle criticità emerse nei primi trent’anni di esercizio.
  3. Che il Governo, attraverso il ministero della salute, garantisca il monitoraggio continuo del livello di servizio nelle diverse regioni e, laddove necessario, avochi a sé la gestione, per garantire il diritto alla salute ed equità di accesso ai servizi, ai cittadini di tutte le regioni.

Orizzonti Liberali non si schiera con i sovranisti/populisti di maggioranza e opposizione, ma ha adottato un metodo di lavoro che studia i problemi in profondità per trovare soluzioni efficaci. Per questo ha creato un team di studiosi qualificati al suo interno, che sta elaborando una proposta strutturata, descrivendo tutti gli interventi necessari al salvataggio del sistema sanitario nazionale.

Il nostro documento verrà presentato alle forze di governo e di opposizione per costringerli ad entrare nel merito dei problemi della nostra sanità e non limitarsi a fare sciacallaggio elettorale, parlando solo di finanziamento, con i soldi dei contribuenti, senza preoccuparsi di come vengono spesi.

I problemi della sanità non si risolvono “per decreto” (vedi decreto liste d’attesa), ma entrando nel merito dei suoi malfunzionamenti per risolverli.

Di seguito anticipiamo alcuni dei punti che verranno sviluppati nelle nostre proposte di intervento:

  • Obbligo di adozione, per tutte le regioni, del piano sanitario regionale (oggi non tutte le regioni ce l’hanno).
  • Elaborazione, a livello nazionale, di linee guida vincolanti per l’adozione obbligatoria di Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali (PDTA) da parte di tutti i sistemi sanitari regionali, per garantire a tutti i cittadini uguali opportunità di cura, indipendentemente dalla regione e dal distretto sanitario di residenza.
  • Ampliamento dell’orario delle attività di apparecchiature diagnostiche, con particolare riferimento a quelle più costose (Risonanze, TAC, PET e altro), su più turni, per almeno 12 – 18 ore giornaliere.
  • Completamento del fascicolo sanitario elettronico, su database unico nazionale, per far sì che la storia clinica di ogni paziente possa essere disponibile dovunque si trovi, sul territorio nazionale (e in futuro in tutta Europa). Oggi questo non è possibile a causa di standard diversi adottati dalle regioni, che non ne permettono l’interoperabilità.
  • Adozione di sistemi informatici omogenei, almeno a livello regionale, sia in ambito amministrativo-gestionale, sia in ambito clinico, che permetta l’interoperabilità e lo scambio dei dati con il fascicolo sanitario elettronico nazionale.
  • Introduzione di un sistema di controllo di gestione, obbligatorio e omogeneo, per tutte le aziende sanitarie e ospedaliere, a livello nazionale, che ne permetta il raffronto con i dati di altre aziende, sia a livello regionale, sia a livello interregionale.
  • Monitoraggio e controllo, da parte del ministero della salute. Controllo economico e del livello di servizio in ciascuna regione.
  • Commissariamento dei servizi sanitari regionali che non sono in grado di assicurare i livelli essenziali di assistenza ai cittadini, con intervento diretto del ministero nella gestione e nella scelta dei direttori generali.

Andrea Cecchi

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